1° classificato
Giuseppe Carnabuci
Barlumi
Sconfinano dai tuoi occhi
piccoli barlumi di coriandoli lucenti,
guizzano come lampi di magnesio
in una foresta di stelle,
cercano una strada
tra implumi girandole di luci,
chiedono un’alba tutta loro,
tra notturni sentieri scoscesi
inargentati di brina,
assommano desideri compresi,
volontà velate,
alchimie inespresse.
A volte, resuscitano un cammino
in luoghi dimenticati di memoria,
traspaiono, fra pensieri dimessi
che non s’attendono un alito di conferma,
sfrenati propositi d’assenso,
danno luce ai miei occhi,
affondano nella speranza d’un sogno,
apertosi d’incanto
nel precipizio d’un destino.
Come spilli pungono e trafiggono
la rinascita d’un mito
che s’arena nell’onda alta
d’un rimpianto, cercato, affannato,
squarciano il peregrinare d’un dubbio
tra maglie aperte di respiri
che si nutrono del giorno sfatto
nell’attesa, vivida, vicina,
d’un tuo sguardo,
d’un tuo sorriso.
2a classificata
Maria Teresa Giustiniano
Furor passionis
Affondo nei tuoi occhi:
profano matrimonio di ambizioni.
L’ossessione del desiderio,
avida di piaceri;
il furore del desiderio,
Orlando che inscena la sua follia.
Le mani, gli sguardi, le labbra,
languidi giochi negli antri oscuri
della notte,
il senso di essi nascosto
nei labirinti del silenzio.
Sono una fontana dalle acque
fresche e limpide, bevi alla mia fonte,
risorgi a nuova vita, rigenera
il tuo corpo con nuovo argenteo vigore.
Ti renderò immortale, sogno maledetto,
ingannevole miraggio in un deserto di fuoco
che brucia in questa notte meravigliosa…
3a classificata
Annalucia Lorizio
Silenziosamente
Il tuo viso è una scorza d’autunno,
parola di tenero muschio
appena lo sfiora.
I tuoi occhi han brillio
di gocce sull’orlo di foglie:
nulla distoglie il perlaceo liquore
che s’accampa fra palpebra e ciglia,
né il pensiero s’appiglia
al riflesso dorato,
ma leggero s’invola.
Ed io… trattengo il fiato,
che non turbi un rumore
il perfetto chiarore dell’alba.
Non ho cuore con l’unghia
accennare
un solco sottile,
non ha cuore a lasciare
al passaggio
durevole traccia:
solo il tempo di faccia
inverdire.
Me ne andrò, sopra foglie fruscianti,
badando di non farle crocchiare.
4a classificata
Pasqualina Iannello
Silenziosamente
Non dirò nulla, perché non si confonda
l’aria leggera col fumo della nebbia,
non parlerò affinché il silenzio abbia
lama più dolce al taglio in cui s’affonda…
Legami al ghiaccio dei tuoi occhi e taci,
colmami d’ansia e di stupore ardito:
spezzerò in gola l’impaziente invito
e scioglierò muta il mio tremore in baci…
Di ogni bonaccia farò nuova tempesta
tanto irruenta quanto più silenziosa,
di ogni tua marea sarò fedele sposa
come vela indomita che mai s’arresta…
5° classificato
Cristiano Comelli
Canta bambina
mentre corri
a braccetto con la tua ingenuità
verso i tuoi sogni di donna.
Sarà la tua voce,
a riunire in un sol colpo,
i ricordi che hai disegnato
con le tue amiche
in quel piccolo cortile
palcoscenico dorato
del tuo desiderio di crescere.
Porta nel teatro del futuro
le bambole di pezza di tua madre
stringile fortemente al petto
e potrai riportare in te
tutta la dolcezza del tuo passato.
Sarò solo allora,
che davvero troverai
la forza di gridare al mondo
il tuo orgoglio di esistere.
6a classificata ex aequo
Isabella Michela Affinito
Poeti soli
Dal magma
di mutamenti
contrastanti fra loro,
un voce si alza
in solitudine agreste
per dispiegare parole
mai dette prima,
perché il giorno
purtroppo era velato.
Una voce, due voci,
tre voci di poeti
soli che tornano
sui passi delle muse
e raccolgono gli avanzi
di un passato, cimeli
monchi della parte
più preziosa e insieme
sognano di ritornare
ad Itaca.
Noi poeti soli,
tra il bianco e il nero
di una scommessa fatta
non per gioco,
scivoliamo sulla lava
ancora calda e
da quell’Ade usciamo
assieme ai fumi di
un passato bruciato,
ma lingue di anime
non siamo e per questo
gridiamo più con
la penna e con la mano
che con il fiato e
dopo tanto boato,
il nostro cammino
da soli riprendiamo.
6° classificato ex aequo
Ottaviano Naldi
Con lo sguardo dietro tendine ammuffite
osservare
il mare
il palpito della sua anima
Con il passo sulle impronte della folle ombra
andare
forse negli abissi
del tempo senza tempo
Con l’orecchio sul muro della voce di pioggia
ascoltare
soffi di sole
lacrime di luna
Con la salsedine fra i capelli
sdraiarsi
su sé stessi
o sulla ripiegatura del proprio corpo
Con la bocca piena di sabbia
urlare
so che non volete udire
siamo sagome di polvere
l’onda ci porterà via
Con le ali spezzate dentro il nido
volare
dove l’atmosfera non insegue più
Con la tua persona supina sulla porta chiusa a chiave
uscire
vagare tra frastuoni di silenzi
per strade che non riportano più
all’io primigenio
Con la faccia sul guanciale di un prato di nuvole
germogliare
ogni giorno con gli occhi più stanchi
mentre il segreto massaggia le tempie
6° classificato ex aequo
Franco Porcasi
Eros e Thanatos
Nei grandi silenzi delle sere d’estate
sento l’oblio del tempo.
Fugata la tristezza dei pensieri,
all’infinito siderale elevo lo sguardo
e alla pallida luna.
Un luccichio di stelle,
freddi cristalli celesti,
lega i muti sospiri con vaghi fili d’argento.
Eros e Thanatos in continua lotta,
luce e ombra degli umani!
Come legna divenuta cenere
il corpo tuo e mio
svaniranno la sembianza:
il soffio della vita ritornerà a Dio,
verità che sgomenta, ma illumina.
Profumo di sorrisi
e di mandorle amare
accompagnano la nostra esistenza.
6° classificato ex aequo
Mariano Saturno
Dal fuoco riflessi
Spiragli diversi
accende il fuoco stasera
dietro lo sguardo allucinato
che insegue segni segreti
celati dai vetri
opachi delle apparenze.
Riflessi maculati di sogni verdazzurri
oniriche evasioni attizzano
in fiaccole d’illusioni ingiallite,
riti mistici misti a magiche parvenze.
Tronfia come un gallo,
la giovane fiamma,
ogni ceppo in piume
di ceneri riduce,
ma di lì a poco le sue ali abbassa
e sulla brace ceri funebri posa,
ma non ogni fiamma che s’eclissa
mi turba,
né il gelo d’ogni visione che si spegne
purché non si brucino le ali ai sogni
e all’illusione che sotto le ceneri,
di ognuno il ricordo seguiterà ad ardere
nel ricordo di qualcuno.
6° classificato ex aequo
Giuliano Tani
Il Minotauro
Porgi l’altra guancia e
assumi un’espressione esterrefatta.
Avresti voluto regalarti per sempre
sapendo che per sempre è da oggi,
affogare il livore verso il
prurito che parte dalle escrescenze
che porti sulla fronte
per vivere periscopicamente attraverso
i tuoi figli.
Ti senti come un vaso comunicante
di emozioni e combatti
contro un cuore a due porte
che ti stringe in un
interminabile assedio.